Guicciardini: “OV 2016 sarà ancora volutamente caotico”

Tuccio Guicciardini

San Gimignano (Si). Dopo cinque giorni di spettacoli, si è concluso ieri sera, il festival Orizzonti Verticali. A farne un bilancio è il direttore artistico Tuccio Guicciardini.

Direttore, prima di tutto perché “Orizzonti Verticali”?
Per una definizione duplice: da una parte c’è San Gimignano che con le sue torri svetta in tutta la sua verticalità, dall’altra il conflitto generazionale che si è creato fra gli adulti e i giovani che fanno teatro. Vogliamo con questo festival far incrociare fra loro queste due linee.

Sono stati giorni molto intensi tra danza, musica, teatro, cinema e performance….
Abbiamo avuto in cartellone 21 spettacoli e, per la prima volta, siamo usciti dalle mura di San Gimignano per portare lo spettacolo di Virgilio Sieni a Poggibonsi. Diciamo che il cartellone è stato volutamente caotico.

Ci spieghi…
Stiamo vivendo un periodo di caos in cui si è persa la trasmissione della storia nel teatro. Si tratta di un mestiere che si deve praticare, per il quale c’è ancora bisogno di fare la gavetta. Oggi invece i giovani vengono lasciati soli e spesso si autoproducono. La nostra idea è stata quella di riconnettere fra loro questi due mondi, gli adulti e i giovani. Per questo, per stemperare il conflitto generazionale, abbiamo deciso di inserire linguaggi artistici diversi: dalla danza contemporanea al cinema, dalle performance al teatro classico.

Roberto Guicciardini spettacolo

A proposito di teatro classico, un esempio è stato “Attraversando il secolo crudele. Tracce, immagini, orrori, memorie, presagi”, la creazione originale firmata da Roberto Guicciardini e messa in scena nel cortile della chiesa di Sant’Agostino.
Quello era un recital in forma di lettura scenica che seguiva le regole di una tecnica molto classica. Due attori “adulti” come Leda Negroni e Lombardo Fornara, si sono messi in gioco accanto ai giovani del laboratorio, l’emblema del festival.

Dal classico al contemporaneo con Carrozzeria Orfeo: un bel salto…
L’inserimento di Carrozzeria Orfeo nel cartellone, come in altri casi, è nato da collaborazioni attivate, in questo specifico caso, con il Nuovo Teatro Stabile della Toscana. Ma anche nel caso dello spettacolo di Virgilio Sieni, “Pietà_San Gimignano & Poggibonsi” abbiano lavorato con l’Accademia del Gesto.

In questi cinque giorni, il festival ha letteralmente invaso San Gimignano. La scelta dei luoghi in cui portare in scena gli spettacoli come è avvenuta?
Sono tutti luoghi incastonati all’interno delle mura secondo la conformazione urbanistica di San Gimignano che offre angoli meravigliosi come la Rocca o il cortile della chiesa di sant’Agostino. Fosse per me, ne vorrei ancora di più.

Pensiamo al futuro, allora. Prossimo anno?
Se si sopravvive si vorrebbe aprire all’internazionalità. C’è già un contatto con la Cina per quanto riguarda la danza e anche con Luigi Repetto, un italiano che vive a New York e che, non più giovanissimo, si è messo a studiare e a rappresentare danza butoh. Non vorrei fermarmi al conflitto generazionale. Vorrei andare oltre, oltre anche rispetto ai confini del nostro Paese e della nostra cultura. Ma una cosa resterà: il festival continuerà ad essere volutamente caotico. Perché solo così si offre allo spettatore una vasta gamma di linguaggi artistici fra cui scegliere quello che ciascuno preferisce.

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