Gli strepitosi “Animali da Bar” di Carrozzeria Orfeo in anteprima per OV 2015

Animali da Bar_ph Laila Pozzo1

San Gimignano (Si). Dissacranti come sempre ma con una marcia in più rispetto al loro ormai famoso “Thanks for Vaselina”. Al festival Orizzonti Verticali 2015 è sbarcata Carrozzeria Orfeo con un’anteprima rispetto alla presentazione ufficiale che avverrà al festival di Castel dei Mondi a Andria. Il titolo del loro nuovo spettacolo è “Animali da bar”. Perché tutto si svolge all’interno di un pub, tra qualche tavolino, il bancone e una latrina.

La drammaturgia di Gabriele Di Luca rispetta una perfetta circolarità della messinscena in cui quattro attori interpretano personaggi tanto improbabili quanto reali. Già perché la caratteristica di questa compagnia è proprio quella di prendere la realtà, dissacrarla fino all’inverosimile, miscelarla con ottime dosi di cinismo e restituirla allo spettatore non senza averla prima condita con qualche risvolto delicato, quasi romantico, in un contesto di verità agghiaccianti.

Gli “animali da bar” sono Mirka, una barista rumena che si prende cura (in tutti i sensi, ma proprio tutti) di un vecchio presente solo in voce tramite un interfono: lui è malato, soffre di un cancro ai genitali e lei gli allieta come può le giornate.
Mirka adora ascoltare in cuffia e cantare a squarciagola le canzoni dei cartoni animati di Walt Disney, cercando così di dimenticare un passato difficile. Inoltre ha affittato il suo utero a un altro “animale da bar”, Colpo di Frusta, un uomo che ogni giorno – puntualmente – viene aggredito e picchiato selvaggiamente dalla moglie. È un buddista, attivista pacifista per i diritti del Tibet e melaniano convinto – cioè mangia solo mele, renette se possibile.

Poi c’è Milo, assetato di successo e denaro, a capo di un’azienda che si occupa di organizzare cerimonie funebri per animali di piccola taglia: tartarughe, pesci rossi, topi e via dicendo. Ma – ci tiene a specificarlo – se dovessero arrivare ordini per altre specie più grandi, accetterebbe con piacere, facendosi pagare in base al peso dell’animale trapassato.

Sciacallo, che in realtà si chiama Gianluca, invece ha il vizietto di andare a rubare nelle case dei morti su precise indicazione di Mirka. È bipolare e soffre molto per le misure del suo pene e per il suo passato: tanto per intenderci, qualche anno fa ha tentato di disseppellire sua madre per farla partecipare a X Factor. Ha avuto anche qualche problema con la scuola, o meglio, con i suoi ex compagni di scuola che non ne vogliono più sapere di lui e che nemmeno quando tenterà di organizzare una cena a casa sua si faranno vivi.

L’ultimo degli “animali da bar” è Svaroski, uno scrittore gay che si ritrova al bar perché il suo editore gli ha commissionato un libro sulla Grande Guerra che lui non ha alcuna intenzione di scrivere. In realtà, seguendo il percorso circolare della messinscena, Svaroski si scoprirà essere l’autore di un libro – questo sì, l’ha scritto veramente – intitolato proprio “Animali da Bar”. E come ogni autore che si fa narratore, racconterà alla fine della messinscena i destini di tutti i protagonisti.

Lo spettacolo gode di un ottimo ritmo e di perfetti contrappunti tra cinismo e pseudo romanticismo, giovandosi anche di ritmi serratissimi. Certo è che, rispetto a “Thanks for Vaselina”, Carrozzeria Orfeo dimostra di poter vantare una compagnia composta da attori molto bravi (Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino e Paolo Li Volsi) ma anche di essere cresciuta molto a livello drammaturgico. Questo è il vero fulcro dello spettacolo che offre diversi livelli di lettura: l’incontro tra Oriente e Occidente, tra il vero e il verosimile, tra la realtà e il sogno. E alla fine sembra proprio che Svaroski non abbia fatto altro che raccontare un sogno collettivo, squallido, miserevole, senza speranza, perdente e frustrante, ma pur sempre onesto, molto più di quanto possa esserlo il buonismo imperante di oggi.

Le prossime anteprime saranno il 2 agosto a Scansano per “Teatro nel Bicchiere” e il 27 e 28 agosto al festival internazionale Castel dei Mondi di Andria.

(Foto di Laila Pozzo)

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